I FILM DELLE FESTE

Non so se dire finalmente o no, ma sono finite le feste!

E adesso è ora di rimettere giù la testa e lavorare, ideare, creare e sopratutto promuovere il libro nuovo.

Ma durante queste feste ho visto cinque film, e ora brevemente ve ne parlo, in ordine cronologico di come li ho visti.

COCO il nuovo film della Pixar. Molto molto bello. Davvero. L’ho visto, pensate, per due pomeriggi di fila, avendo il turno come proiezionista al cinema. In realtà la seconda volta l’ho seguito a spizzichi e bocconi, ho preferito creare nuove relazioni interpersonali con gli altri volontari che facevano la maschera o i baristi. . .  cmq davvero un film bello. Ecco  non so quanto possa ritenersi natalizio, e sopratutto quanto possa ritenersi un film per bambini. Nella scena in cui il protagonista incontra per la prima volta gli scheletri ho percepito un sussulto di paura in sala, confermato dalle domande dei genitori durante l’intervallo . .” hai avuto paura? ti sei spaventato? “. Un film che mette davanti al tema della morte e che probabilmente non arrivo nel suo profondo ai bambini, anche se dicono gli esperti in psicologia che queste cose entrano detto anche senza accorgersi.

Io ho pianto. Non tanto ma solo per la dignità di uscire dalla sala senza gli occhi gonfi e rossi. Volevo piangere a dirotto. Il finale è fottutamente commovente.

Ho ripensato a mia nonna, a tutti gli anni vissuti con lei, e a quanto mi manca anche se nel mio quotidiano non sembrerebbe.

In realtà nel film c’è anche una componente che esorta ad inseguire i propri sogni e a non smettere mai di credere nei nostri desideri.Tema super affrontato anche da me, e poi proprio per il 2018 uno dei miei propositi è quello di spingere ancora di più sull’acceleratore verso la vita che vorrei.

Di natalizio c’è il corto di Olaf, venti minuti proiettati prima di Coco, una noia tremenda.

IL GRANDE E POTENTE OZ film del 2013 che è il prequel del famosissimo IL MAGO DI OZ del 1939. E a me la cosa fa un po’ ridere.

Comunque si sa, durante le feste si è un po’ disposti a guardare film così fantastici, pellicola diretta da Sam Raimi ( una garanzia ) e con protagonista James Franco.

Si narrano le vicende dell’illusionista Oscar Diggs che nel Kansas, nel 1909, lavora in un circo facendosi chiamare il Mago di Oz. Per fuggire da un nemico sale su una mongolfiera che incappa in una tempesta che lo proietta in una valle incantata e colorata. Qui viene accolto dalla strega buona che riconosce in lui il volto cantato in una vecchia profezia per la quale sarebbe arrivato un grande mago che avrebbe scacciato la strega cattiva. Il resto più o meno prepara a quella che sarà la storia meravigliosa vissuta da Judy Garland nei panni di Dorothy.

Un film che non mi ha impressionato, anzi, se vogliamo essere onesti fino in fondo. . ho anche sonnecchiato sul divano quella sera.

VACANZE ROMANE quando se non il giorno di Capodanno, di pomeriggio, ancora nel letto, recuperare una pietra miliare della storia del cinema? 1953 e ancora è nel mito.

Gregory Peck e Audrey Hepburn. Ragazzi io mi sono follemente innamorato di questa donna, con quel visino così dolce e leggero.

La storia la conoscete tutti, non serve certo che sia io a raccontarla, una sorta di Cenerentola con il finale rovesciato. Anche questo lieto fine scongiurato mi è piaciuto parecchio. E poi scene epiche viste soltanto in immagini, quella del giro in Vespa, quella della bocca della verità. . . . a metà film mi sono detto: Ma dove sono stato fino adesso?? Cosa ho visto finora?? Ci sono davvero un sacco di film da recuperare. . . .

Non vi ho ancora detto quali sono gli altri due film, ma vi anticipo che dei cinque questo è stato senza dubbio il mio preferito.

COME UN GATTO IN TANGENZIALE turno serale al cinema, in settimana, e occasione per guardare un film in sala con i miei genitori. Per questa commedia si sono mossi, e sapendo che ero di turno, ci siamo dati appuntamento nell’ultima fila in angolo a destra della sala. Una volta finite le procedure di avvio, li ho raggiunti in quel posto facile da trovare anche al buio.

Film molto molto bello. Il nome del regista, Riccardo Milani, non mi diceva nulla, ma poi cercando su google ho scoperto che è quello de LA GUERRA DEGLI ANTO’ e allora ho subito pensato che non poteva essere una semplice commediola per le feste.  E infatti.

Una storia che parla di integrazione, razzismo, cultura, livello sociale e lo fa facendo sorridere e divertendo. Un film molto intelligente e molto ben fatto.

Antonio Albanese è uno dei comici che preferisco, ma è anche uno straordinario attore capace di scatenare il sorriso pur “facendo” il drammatico.

La Cortellesi è tanta roba. Fisicamente, artisticamente, simpaticamene, recitamente e tutti i complimenti che si possono fare chiudendoli sempre con “ente”. Una meraviglia di donna. ( Certo non ai livelli di Audrey 🙂 )

Devo dire che tornato a casa qualche ora sveglia a riflettere sugli spunti offerti dal film le ho fatte. Prendere decisioni importanti e difficili nel nome della felicità è una cosa facile? Mah. .  . . .

SABRINA Oh ve l’ho detto. . . I love Audrey. Li voglio recuperare tutti.

1954, altra pietra miliare della storia del cinema. Audrey e Humphrey Bogart.

La figlia dell’autista di una famiglia nobile, si innamora del figlio del “padrone”, che però inizialmente non la ricambia. Successivamente nasce una amicizia con il fratello, freddo e calcolatore che però sfocia in qualcosa di più. E proprio in quel momento il bello, il primo fratello, si innamora di Sabrina. Un triangolo grottesco ma sempre elegante e di classe. Una storia raccontata magistralmente nonostante la sua semplicità. Il valore aggiunto del film è senza dubbio la regia di Billy Wilder, genio assoluto della storia della commedia americana.

Se possibile, in questo film, la Hepburn è ancora più graziosa che in Vacanze Romane. .  l’inquadratura celebre del suo volto al chiar di luna è qualcosa di anestetizzante. Ora ho il dubbio di recuperare qualche film con Marilin Monroe per vedere se fa lo stesso effetto.

Quel che è certo è che la voglia di mettermi in casa un quadro con Audrey ora mi è venuta davvero, basata su fondamenta che vanno al di la della moda di un qualsiasi arredatore d’interni.

 

CHE LA FORZA SIA CON ME!

Intanto permettermi di farvi gli auguri di Buon Natale anche se con qualche giorni di ritardo, ma ovviamente in questo piccolo weekendino di festa non ho avuto occasione di prendere in mano il Blog e quindi ecco qui che a voi lettori faccio i miei auguri davvero con il cuore. Si perchè questo spazio è per me un esercizio di scrittura ed un luogo dove condividere le mie emozioni e le mie sensazioni, ma senza i vostri occhi e le vostre menti che leggono sarebbe davvero fine a se stesso.

Quindi davvero grazie e auguri.

Magari, chissà, nei prossimi giorni vi racconto come sono andati questi miei 3 giorni, ora invece, in questo spazio, voglio porre l’attenzione e portarmi in pari con gli ultimi film che ho visto e di cui non ho ancora scritto nulla.

ROGUE ONE – A STAR WARS STORY –  Udite, udite amici, ho visto davvero in dieci giorni tutta la saga che non avevo mai visto in trentotto anni. Questo in realtà è una sorta di spin-off che temporaneamente si colloca tra l’ep.3 e l’ep.4 . .  Anakin Skywalker è diventato Darth Vader e sta progettando di costruire un arma di distruzione galactica – la morte nera – , ma un piccolo gruppo di ribelli riesce a rubare una mappa con le coordinate per distruggerla. La mappa viene salvata su un piccolo hard disk che a fine film verrà consegnato alla principessa Leila che pronuncerà le parole ” Una nuova speranza” nell’ultimo frame del film. Ed ecco fatto il collegamento con il primo capitolo della trilogia originale e classica  . . .  Questo spin-off l’ho trovato un po’ pesantino e noiosetto . .. . ma probabilmente è solo colpa mia che non sono appasionnatissimo.

STAR WARS EP.4 – EP.5 – EP.6 –  La trilogia originale.  Che in realtà però avevo già visto. L’ho rivista con molto piacere e devo ammettere che vederla dopo aver immagazzinato il prequel ha tutto un altro fascino. Leggo on line che c’è una grossa diatriba su quale sia l’ordine giusto per vedere la saga. .beh io mi schiero tra quelli che dicono 1 . 2 . 3 .rogue one. 4 . 5 . 6 .7 . 8 . . .  ma lo dico solo ora. Infatti sostenevo che fosse più giusto guardarla in ordine di uscita in sala. . .ma no. La storia originale della perenne lotta tra il bene e il male con l’aggravante dei sentimenti padre.figlio.sorella è molto molto ben studiata e ben riuscita. Ma è inutile che mi metto io a fare commenti su questa pietra miliare della storia del cinema.

STAR WARS EP.7 – Vi svelo il perchè di tanto accanimento nel recuperare tutti questi film in una settimana, sabato 23 dicembre ero di turno al cinema per la proiezione dell’ultimo, l’ep.8,  turno che poi ho cambiato per via della bronchite. Però siccome avrei dovuto obbligatoriamente guardarmi -gli ultimi jedi- volevo arrivato preparato per gustarmelo. E così ecco perchè me li sono fatti tutti dal primo all’ultimo in questi dieci giorni. ( per la cronaca domani riprendo le mie mansioni da operatore, nel pomeriggio proietterò COCO, quello nuovo della Pixar ). Comunque questo ep.7, il risveglio della forza, mi è piaciuto molto. E’ chiaramente studiato come primo capitolo di una triologia, si passano due ore alla ricerca di Luke e il supereroe compare solo alla fine. Ma la storia mi piace molto. Ci son rimasto molto male, devo dire la verità, per la morte di Han Solo, non me lo aspettavo.

VIVA LA LIBERTA’ ! –  Questo è stato una piacevolissima sorpresa. Trovato nel catalogo di RaiPlay e scelto per la presenza di Valerio Mastandrea, uno dei miei attori preferiti in assoluto. Ma in questa pellicola italiana del 2013 il pezzo da novanta è Toni Servillo. Straordinario. Nel cast anche una bravissima e “femminissima” Valeria Bruni Tedeschi. Il film racconta le vicende di un politico stanco e stressato che di fronte alle previsioni di una sconfitta elettorale decide di scomparire e rifugiarsi a Parigi inseguendo una “vita diversa che gli è scappata di mano”. Sarà il suo braccio destro a sostituirlo con il fratello gemello, scrittore e filosofo appena uscito da una clinica psichiatrica. Le idee e la personalità del “sostituto” sono così irriverenti e innovative che fanno crescere il consenso al partito e ristabiliscono il futuro dell’onorevole “originale”. I due fratelli sono interpretati da Servillo, abile nel far trasparire in uno il desiderio di scappare da tutto e la malinconia per una vita passata che poi ha preso la strada della politica quasi per conto suo, nell’altro la scaltrezza e la follia di un uomo che dopo aver passato anni in clinica psichiatrica si trova nel “gioco della politica” trovando linfa e adrenalina per le sue giornate.

La riflessione è obbligatoria: quanto abbiamo deciso davvero noi nella vita che stiamo vivendo? Quanto vorremmo scappare e ricominciare da un altra parte? Quanto siamo felici?

Per fortuna quest’ultima domanda fatta oggi suona meno pesante di quello che sarebbe in un altro periodo dell’anno. Nelle feste di Natale siamo per forza di cose meglio disposti al sorriso e alla dolcezza del cuore. . .ed infatti:

UNA POLTRONE PER DUE – Intramontabile tormentone del Natale. Se a Ferragosto ogni anni arriva il reggaeton di un portoricano, a Natale ogni anno arrivano Eddie Murphy, Dan Aykroyd ed una giovanissima Jamie Lee Curtis che tra l’altro mostra anche due tette da paura in un paio di scene ( che non ricordavo e che quest’anno mi hanno colpito ), sempre che non si tratti di controfigura. In realtà questo classicone della Vigilia di Natale l’ho sempre visto a pezzetti, solitamente trascorro la Vigilia fuori casa e quindi non sono mai riuscito a guardarlo con attenzione. Infatti questa volta l’ho visto alla sera del 25. E devo dire che ci sta tutto alla grande. Ottimo e perfetto film per queste occasioni così leggere e spensierate. Leggo proprio ora, aprendo la pagina di Wikipedia del film, che è dal 1997 che Italia 1 lo trasmette alla sera del 24. Spettacolo!!!!!!!!!!

Mi sembra di aver segnalato tutti i film che ho visto in questa ultima settimana, ora non mi resta che iniziare a tirare le somme dell’anno che sta volgendo al termine e preparare i buoni propositi per l’anno nuovo, e allora è proprio il caso di dirlo:

“Che la forza sia con me”

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UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO. 

Sembra essere questo il motto dei film che ho visto in questi giorni di feste. Perché si sa che il periodo è proprio quello giusto per farsi una scorpacciata di cinema oltre a quella clamorosa che mi son fatto con le gambe sotto il tavolo. 

E proprio la sera di Natale, con lo stomaco che chiedeva pietà, ho visto I TRE MOSCHETTIERI, adattamento cinematografico del famoso romanzo. Film del 2011 girato dal regista Paul W.S Anderson, britannico marito di Milla Jovovich che in questa pellicola ha il ruolo di essere la scintilla che fa iniziare tutti i conflitti. Bello ritrovarsi la sera di Natale al cospetto di nomi ultranoti come D’Artagnan, Athos, Portos, il cardinale Richelieu che sono la vera essenza del film che altrimenti non so come potrebbe reggere il confronto con altre pellicole di Anderson ( vedi Resident Evil, Alien vs Predator ) sicuramente meglio riuscite. 

Il motto dei moschettieri è quello che da il titolo a questo articolo e credo possa tranquillamente adattarsi anche al secondo film che ho visto durante le feste: STAR WARS VI IL RITORNO DELLO JEDI. Se siete miei lettori da tempo sapete che io non sono per nulla appassionato di questa saga e se avete letto i miei articoli sugli altri episodi della trilogia classica sapete anche che il IV ed il V non mi hanno per nulla entusiasmato. Oggi la lettura però cambia. Probabilmente chiudendo la trilogia tornano un po’ di conti in più. La lotta tra il bene ed il male ha una svolta sensata e piacevole, le vicende dei personaggi presenti e passati si illuminano di interrogativi risolti e l’epilogo fa capire che a suo tempo George Lucas aveva proprio ideato una storia per una trilogia. Regista di questo episodio è un altro britannico, Richard Marquand che francamente non ha un gran curriculum ma è uno dei pochi che può dire di aver messo mano alla saga più famosa della storia del cinema. Curioso il fatto che Lucas lo ha scelto dopo aver visto “La cruna dell’ago” nel 1981, film diretto appunto da Marquand e che adesso per forza di cose vorrò vedere anche io. Valutando oggi i tre episodi classici non si può non tenere presente che stiamo parlando di quasi quaranta anni fa, visto che con questo, il terzo, siamo nell’83. Ora partirò con il prequel anche se vorrei buttarmi sul sequel per vedere come va avanti la storia. 

Tra parentesi, essendo così fresco fresco di visione, ho provato un grosso dispiacere nell’apprendere che Carrie Fisher ( la principessa Leila ) se ne è andata e come tutti son troppo curioso di scoprire da chi verrà sostituita per l’episodio 8.

Tornando al filo.conduttore di questo articolo, se è vero che Skywalker le faccende se le risolve da solo ed in famiglia, non mi sembra una forzatura dire che anche in questo film l’Unione fa la forza. E’ infatti tutta la squadra al completo a sconfiggere la Morte Nera dimostrando ancora una volta che il gioco corale vale più del singolo. 

Messaggio che arriva forte e chiaro in TOY STORY. Film che mi sono gustato per la prima volta ieri sera nonostante i suoi venti anni di età. Film premiato con un Oscar speciale che sancisce la nascita della pixar di cui il regista John Lasseter oggi è il direttore esecutivo. Quest’uomo è senza dubbio il Walt Disney del duemila, suoi infatti tutti i più bei successi animati degli ultimi venti anni e se non lo ha fatto da regista l’ha fatto da produttore esecutivo.

Woody e Buzz  son due giocattoli in competizione per ‘vincere’ il titolo di giocattolo preferito dal bambino che li possiede, ma solo stringendo una grande amicizia riescono a risolvere tutti i pasticci in cui si cacciano e solo aiutandosi reciprocamente portano la trama al lieto fine. 

Come è giusto che sia in questi giorni di magia e di festa. 

NELLA CALZA DELLA BEFANA. . . .

Ormai ci siamo, la Befana sta per arrivare e nel suo sadico gioco lascerà tante caramelle per addolcire la fine delle feste. Va così ogni anno, tanta attesa per il periodo più bello e poi in un niente finisce tutto a voli di scopa e calze appese sul camino. Almeno. . . . questo vuole la tradizione.

Nella mia calza io ho già trovato un cambiamento. Si dice spesso anno nuovo vita nuova, ecco che questo 2016 si presenta subito con una grossa novità. Certo non una di quelle che cambiano la vita, non un vero e proprio cambiamento  ( perchè come dicono i Subsonica “sono cambiamenti solo se spaventano “),  ma da giovedì arriveranno per me nuove mansioni sul posto di lavoro.

Tendo sempre a non mischiare la mia realtà quotidiana lavorativa con quella emozionale che racconto in questo blog, ma un cambiamento mette di fronte a tanti interrogativi, sempre e comunque. Anche se non è una novità che spaventa.

Ecco allora che mi collego a questa situazione privata per scrivere due righe su una delle serie TV che sto seguendo in questo periodo: THE LEFTOVERS.

A dire il vero ho solo finito la prima stagione e al momento mi son preso una pausa prima di iniziare con la seconda, ma mi sembra azzeccato parlarne quando si parla di adattamento al cambiamento.

La serie è tratta da un romanzo ( la prima stagione, dalla seconda in poi è tutto inventato ) e si sviluppa intorno alla gente di un paese degli USA e al loro modo di vivere dopo che il 2% della popolazione mondiale è svanito nel nulla.

La difficoltà dei protagonisti è quella di accettare la cosa, il cambiamento. Oltre che,aggiungo io, quella di darsi una spiegazione sul perchè di punto in bianco la gente è scomparsa.  ( e a differenza di 4400 non è mai tornata, almeno finora. )

Le vicende non sono molto semplici da seguire, ci sono sogni che non sono sogni, sette in abito bianco col voto del silenzio, sensitivi, guaritori, buoni e cattivi come in ogni storia che si rispetti. Ma il punto è come ogni personaggio reagisce al cambiamento. Perdere un membro della famiglia o un amico senza sapersi dare spiegazioni. Qualcuno lo accetta, qualcuno impazzisce e qualcuno fugge in vie di fuga discutibili. La storia si trascina abbastanza lenta, quasi a voler trasmettere l’angoscia che si vive in una realtà toccata dal mistero e la linea sottile tra fede e mitologia è ben  chiamata in causa. Una serie piuttosto impegnativa, per capire la fitta trama serve concentrazione, una serie che sicuramente continuerò a guardare. Anche perchè ormai voglio delle risposte.

Quel che è certo e che non si può cambiare è il calendario e il suo bruciarsi giorno per giorno, così domani l’Epifania tutte le feste si porterà via e noi saremo forti e pronti anche a questo cambiamento di atmosfera che ci circonda.

 

The-Leftovers

CARO BABBO NATALE. . .

Caro Babbo Natale, dimmi che esisti.

Ho bisogno di crederci e di vivere la favola più bella e più antica conservata nella magia che avvolge questi giorni che portano a Natale.

Ho bisogno di chiudere gli occhi e fare finta che non esiste altro che il paese dei balocchi di Jack Frost, ho bisogno di guardare il mondo con gli occhi di un bambino. Da grandi si diventa miopi, non si vede più la magia.

Questa non è una letterina piena di desideri da soddisfare, ma neanche una lettera retorica in cui ti chiedo la pace nel mondo: chissene frega. Mi basterebbe la mia di pace, che poi se gli uomini fossero in pace e sereni, l’Eden nel mondo sarebbe una conseguenza naturale.

Qui la vita corre e a volte sembra di essere a giochi senza frontiere ( te lo ricordi? . ) e io cavolo ogni tanto ho il fiatone. Qui si corre per non restare schiacciati dalle cose che succedono, che un po’ ti schiacciano comunque e io faccio fatica a sgusciare via senza rallentare.  E’ per questo che ti chiedo, dear Santa Claus, ti portarmi un po’ di serenità.

E’ vero che la vita a volte non ci soddisfa, ma a me alla fine non manca nulla, e la mia quotidianità non è quella dei miei sogni ma è quella che mi forgia e mi ha fatto diventare chi sono, e allora va bene. Però cazzo ogni tanto un attimo di tregua. Il tempo di una canzone. ( a proposito come ogni anno oggi,l’8 dicembre, tiro fuori “The Ragpiker’s dream” di Mark Knopfler. )

Il tempo di godermi una cosa ben riuscita senza aver subito un problema che arriva come una nuvola in una mattina di tintarella a ferragosto, il tempo di assorbire un dispiacere senza aver subito un nuovo pensiero in affitto nella testa. Il tempo di vivere cantando. Te lo ripeto, per non sembrare un piangina, io sto bene.  Quello che vorrei son due fischiettate in più.

Poi se vuoi essere concreto e portarmi qualcosa da toccare, lascialo tu un bicchiere sotto il mio albero, e concedimi il dono di saperlo guardare sempre mezzo pieno, che questo ahimè è un po’ il mio limite. ( anche qualche mille euro sarebbero graditi )

Regalami anche gli abbracci della gente. Non tanto nei miei confronti, ma tra di loro. Ecco vedi che alla fine ci sono arrivato anche io, però facciam così, ” per Natale voglio gli abbracci nel mondo”, che è più facile e magari meno costoso per te.

Ah comunque se hai voglia eh, s’intende. Se poi invece quella notte lì, trovi una e perdi tempo con lei, o vuoi farti due bicchieri in più al bar, fai pure, ti capisco, anche tu ti meriti il tempo per una canzone.

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