Finalmente posso dirlo e posso annunciarlo, esce ufficialmente mercoledì 6 dicembre il mio nuovo libro.
Utilizzo le pagine di questo Blog per pubblicare una sorta di “introduzione dell’autore” in cui sintetizzo e spiego il lavoro fatto e perchè no incuriosire i possibili lettori.
Visto che ci siamo, potrebbe anche essere una ottima idea da inserire nelle vostre Wishlist per Natale.
Titolo : VOLEVO FARE IL CANTAUTORE INDIE
Genere : Poesie + Drabble
Il libro esce per Edizioni Amande ed è inserito nella collana Nuove Luci curata da Ivano Mingotti e dedicata ad autori emergenti e sperimentali.
Tutto esattamente come per il mio primo lavoro, POESIE POP.
Compreso il prezzo di copertina che è 9.90 euro.
Il libro è diviso in due atti: due stili letterari ben distinti che hanno lo stesso scopo: RACCONTARE.
E’ proprio questa la parola chiave di questo libro, l’esigenza di fotografare il mondo che mi ruota intorno, addosso e condividerlo come farebbe un cantautore indie.
Ed è subito spiegato il perché di questo titolo così particolare.
Intanto però definiamo l’indie, il cantautore indie. In questo genere musicale vengono inseriti quegli artisti che non appertogono alle etichette discografiche mainstream, quelli un po’ fai da te. . . io per esempio mi ritengo uno scrittore indie.
Negli ultimi anni in Italia si è sviluppata una nuova generazione di artisti indipendenti che raccontano storie e le sensazioni, così come i sentimenti, sono solo la conseguenza e non l’essenza.
Il titolo gioca molto sul fatto che io non so cantare e so solo strimpellare la chitarra e quindi volevo fare il cantautore . . . . ma lo faccio comunque scrivendo.
Come dicevo libro diviso in due atti:
Il primo atto è una raccolta di poesie tutte scritte nell’ultimo anno, al contrario di POESIE POP che conteneva il lavoro di una vita, quindi a mio avviso molto più figlie della vita di adesso, la vita di un quasi quarantenne che ancora fa a pugni con la necessità di virare verso l’età adulta e che con disincanto osserva il mondo che gli gira intorno con un forte desiderio di raccontarlo.
Sono una quarantina di poesie che esprimono ancora di più il mio stile di scriverle: testi, brani, pensieri che richiamano alla canzone e non alla poesia classica.
Troverete poesie che narrano. La voglia di raccontare i fatti prevale sulla descrizione delle emozioni con cui questi vengono percepiti, anche se i sentimenti poi stanno fisiologicamente in quello che si chiama poesia e per forza di cose sbocciano prepotenti fiorendo tra i racconti distribuiti sapientemente nella scaletta che porta dalla prima all’ultima composizione.
E’ proprio così, ho pensato all’ordine con cui inserire le poesie immaginando di trovarmi su un palco e leggerle come se fosse un concerto. E quindi come in una scaletta musicale che si rispetti si parte col botto e poi si scivola via tra pezzi rock e pezzi lenti fino ad arrivare al gran finale.
La genesi, anzi lo spunto per queste poesie, è sia autobiografico che immaginario, spesso è figlio di quello che ho visto intorno a me.
Il secondo atto è decisamente e completamente narrativa.
E’ una raccolta di drabble. Il drabble è un esercizio di scrittura che consiste nel raccontare una storia in 100 parole. Non possono essere 99 e non possono essere 101.
All’interno della raccolta c’è anche un racconto che si sviluppa in quindici episodi, sparsi qua e là tra i vari raccontini.
Volendo, ma questo lo lascerò fare al lettore, si potrebbero fare due sottocategorie:
le storie: vere e proprie storielle racchiuse in 100 parole
le fotografie: descrizioni di un momento attraverso la parola. Sempre in 100 parole
Questi racconti sono stati scritti per lo più nel 2015 e ben si sposano con questo libro che appunto si pone l’obbiettivo di raccontare.
Se le poesie toccano anche il lato interiore, i racconti sono puro e leggero piacere di leggere.
Perché scrivere in 100 parole? Sempre per il mio credo della necessità di sintesi, l’idea di scrivere un racconto che per esempio può nascere e morire in uno stato di Facebook oggi mi sembra il mezzo più fruibile per arrivare ed espandersi il più lontano possibile.
E’ un libro a cui io tengo molto
E’ un libro dedicato a me stesso.